Monzon, campione sul ring, messo ko dalla vita

Pubblicato il da infolatinos

monzon.jpgDa piccolo faceva il lustrascarpe per guadagnare qualche soldo, lui sesto di docici figli, ma il suo futuro sarebbe stato sul ring e sul ring sarebbe stato uno dei migliori. Carlos Monzon, argentino, campione del mondo dei pesi medi per quasi sette anni, difese il titolo e sempre vittoriosamente per 14 volte. Sul ring era un mito, nella vita un uomo difficile, irascibile e violento. Una vita che lo metterà ko, prima con la condanna per omicidio e poi con la morte in un incidente stradale.

Nella storia della boxe il nome di Carlos Monzon è uno di quelli scritti a caratteri d'oro, Nato a San Javier in Argentina in una famiglia numerosa e in un ambiente che non può che condizionarlo. Da giovanissimo fa qualche lavoretto, prima il lustrascarpe poi in una latteria, ci scappa anche qualche furtarello, per una vita che sembrava ormai scritta in una sola direzione. L'incontro con Amilcar Brusa, l'uomo sarà accanto lui in tutta la sua carriera, lo porta a salire sul ring e da quel momento, quel giovanottone di 184 centimetri comincia un viaggio che lo porterà a salire sul grandino più alto, quello di campione del mondo dei pesi medi e dove rimmarrà ben saldo per quasi sette anni.

Carlos Monzon era un pugile completo, con un pugno molto potente oltre che ottimo incassatore, ma soprattutto era spietato. Ne sa qualcosa Nino Benevenuti al quale l'argentino strapperà il titolo di campione mondiale dopo un durissimo match a Roma nel 1970, mai come la rivincita nella quale il pugile italiano resistette solo tre rounds, prima che fossa lanciata la spugna. Monzon era inarrestabile e chiunque lo sfidasse doveva fare i conti con la sua rabbiosa determinazione. A fine carriera, si ritirò da campione del  mondo, dopo 100 incontri, tra i quali 88 vinti (59 per ko), 9 pareggiati e solo tre sconfitte.

La sconfitta più grande Monzon l'ha ricevuta dalla vita, una vita che fuori dal ring non sapeva gestire, facendosi trascinare dalla sua irruenza e dalla incapacità di darsi delle regole. Il successo, i salotti del jet set, belle donne, amori tormentati, spesso finiti in maniera violenta come l'ultimo della sua vita, quello che con la modella uruguaiana Alicia Muñiz, che l'ormai ex-pugile, uccide al termine dell'ennesima lite.

Condannato a undici anni di prigione, ne sconta solo sette, nei quali passa il tempo costruendo modellini di navi o facendo il disc jockey della prigione, ma sempre 'mettendosi in luce' per una certa riluttanza al rispetto delle regole. Uscito per buona condotta, anche grazie all'aiuto di certi amici influenti, ottiene la libertà vigilata, ma una sera di gennaio, a soli 52 anni, la sua auto sbanda, esce di strada e Monzon subisce il ko definitivo.

Cresciuto nelle strade poveree violente della sua Argentina, aveva raggiunto fama, notorietà e ricchezza. Monzon, imbattibile e grande sul ring, si era illuso di poter mettere ko anche la vita, ma non fu così.

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